25 luglio, 2012

SAN FRANCISCO: BIBLIOTECA CON POSTAZIONE PER GUARDARE I PORNO




Le biblioteche pubbliche sono luoghi in cui si va per consultare testi e ricercare documenti, ma anche per navigare liberamente in Rete, recuperando informazioni e materiali. E perché no, anche per imparare due o tre cose in più sull'amore e la sua pratica, magari visionando dei filmati a tema.


Negli Stati Uniti però queste ricerche particolari stanno diventando un problema. Soprattutto per chi entra in biblioteca e sul monitor del vicino non vede il wiki delle edizioni della Critica di Kant o gli archivi storico-fotografici di Corbis Ma piuttosto, interpretazioni professionali di figure del kamasutra, "tutorial" video sull'accoppiamento non a fini riproduttivi, armoniosi movimenti ritmati di incontri al buio. In una parola, porno. Contenuti che non tutti i vicini di postazione in biblioteca sono inclini ad accettare. E che però, un centro di documentazione come una biblioteca non può bloccare. Pubblico e privato.

Gli utenti dediti a queste specifiche ricerche, incuranti (o chissà forse compiaciuti) dell'occhio pubblico, sembrano essere in aumento. Tanto che l'amministrazione della biblioteca pubblica di San Francisco ha dovuto affrontare la questione. E poi deciso per una soluzione che non intacca la privacy, anzi la protegge: delle strutture in plastica da sovrapporre ai monitor. Per impedire la visione a chi non è seduto alla postazione, una mini darkroom pubblica, per visioni private.



Per ora sono 18 le postazioni così allestite, per ora sembra un numero sufficiente a coprire le necessità di documentazione erotica degli utenti della struttura. I pc installati nella biblioteca sono 240, e su quelli non opportunamente protetti compare un avviso in cui si raccomanda di rispettare la sensibilità altrui. La responsabile della comunicazione della libreria, Michelle Jeffers, dice che i salvaschermi sono stati installati per "proteggere la privacy degli utenti, e la nostra". Una soluzione preferita al blocco di domini, siti e contenuti specifici. Zona a luci rosse. Ma in realtà, il fenomeno del porno in pubblico non riguarda solo le biblioteche. La disponibilità di connessioni wifi e l'estensione delle reti 3G rende la frequentazione di siti per adulti possibile in ogni luogo.

Resterebbe la questione di opportunità, ma evidentemente non viene percepita come rilevante dai milioni di utenti dell'hardcore che popolano e viaggiano per il pianeta. E guardano i loro siti preferiti in treno, negli aeroporti, nei pub, al bistrot, in coda in autostrada, aspettando il proprio turno alla posta, all'anagrafe, da Equitalia, ovunque. In nessun luogo è prevista per ora una "zona a luci rosse", come quella per i fumatori. L'Italia al momento non ha leggi specifiche, ma diversi stati americani si stanno attrezzando. E sono al vaglio restrizioni per la visualizzazione di questo tipo di contenuti ad esempio nelle automobili e negli aerei, anche sotto la pressione di gruppo come Morality in Media che ha lanciato l'iniziativa "No porn on the plane". Ai "porcellini con le ali" probabilmente interessa poco della moralità del vicino di posto.




Ma evidentemente Dawn Hawkins, direttore del gruppo MiM, ha ritenuto il limite oltrepassato quando durante un volo ha visto due donne che si frustavano sullo schermo dell'iPad del passeggero accanto. Il personale di volo non ha potuto far nulla, e alle lamentele della donna la risposta è stata nulla. E la pagina Youtube della Hawkins è stata sommersa di insulti: commenti inequivocabili e diretti sul modello di "Fatti gli affari tuoi". Questione complessa. Le grandi catene come Starbucks e McDonald's non hanno "policy" precise in materia. La prima permette la visione di ogni tipo di contenuto ma si riserva il diritto di chiedere ai propri clienti di interrompere la visione in caso di lamentele. Ma la materia è complessa e difficile da regolamentare, proprio perché non esiste un'intesa comune su quali sia il livello di tolleranza per i contenuti potenzialmente offensivi - e tra questi non c'è solo la pornografia, ma anche quelli che riproducono violenza e mostrano sangue.

Quindi in linea teorica anche un telegiornale. Al momento, almeno in Usa, le carte vincenti per affrontare la questione sono la responsabilità individuale, la tolleranza di chi si trova a disagio, e le regole interne ai servizi stessi, che possono invitare gli utenti al rispetto reciproco. La statua della Libertà sta dov'è anche per ricordare che gli americani possono guardare tutto il porno che vogliono dove preferiscono.






















Fonte: noncipossocredere

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