09 agosto, 2012

IL CHIRURGO CHE RESE PRIGIONIERO IL SUO PAZIENTE, USANDOLO COME CAVIA PER SUOI ESPERIMENTI





Quanto si è disposti a sacrificare nel nome della scienza?
Pare che per il dott.William Beaumont la risposta possa essere stata "Ben oltre la vita umana".

Tutto ha inizio nei primi anni del 1800 quando il malcapitato Alexis St. Martin si ritrova con una profonda ferita aperta a livello dello stomaco, causata da un incidente di caccia che ha portato l'uomo a ricevere una fucilata nell'addome. Viene quindi sottoposto alle cure del chirurgo militare Beaumont nella speranza di poter guarire da questa sua grave ferita.

Sfortunatamente per Martin, il suo male, anzi che suscitare nel medico uno spirito zelante nel desiderio di curarlo, ha mosso nel suo animo di scienziato quelle che a noi potranno sembrare le più macabre e mostruose fantasie.


John Noble
John Noble, l'attore che ha interpretato Denethor ne "Il Signore degli Anelli" ha raccontato di essere profondamente affascinato dalla questione etica presente nelle scienze, più della materia stessa da esse studiate.
"Quando i tuoi studi sono sul filo del rasoio tra etico e non, il dilemma morale è sempre dietro l'angolo" dice Noble "in questo senso le cose non sono mai bianche o nere, ma sempre molto, molto grigie".


La storia di Beaumont e Martin rappresenta un chiaro esempio di quanto asserito dall'attore, tant'è vero che bisogna prendere in considerazione un altro dettaglio fondamentale: Martin era, sì, prigioniero, ma volontario.

Sindrome di stoccolma? E' una delle ipotesi che potrebbero spiegare il grande attaccamento della vittima al suo carnefice, considerando anche che le sevizie messe in atto da Beaumont su Martins sono durate fino al 1833.

Da un lato,
abbiamo un paziente totalmente fiducioso che tutto ciò fatto dal medico (esperimenti e pesudo-cure) fosse per il bene suo e della scienza, sviluppando verso di lui una sorta di dipendenza intellettuale.

Dall'altro lato,
abbiamo un medico che, visti i fallimenti delle sue cure, è rimasto stregato dall'opportunità di poter studiare il sistema digerente umano con la facoltà di vedere "dal vivo" le reazioni che esso aveva alle stimolazioni esterne (ingresso di cibo, sviluppo di ulcere, digestione), divenendo uno dei più grandi pionieri nel campo della fisiologia gastrica.

Nonostante la storia risalga ad oltre due secoli fa, il dilemma morale tra eticità e ricerca rimane ancora più che attualissimo.





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