12 dicembre, 2012

APPELLO DI NAPOLITANO PER IL SERVIZIO SANITARIO: "GLI ITALIANI CONTRIBUISCANO IN BASE AL REDDITO"





Una valutazione dello stato di salute degli italiani e delle politiche adottate per migliorarlo. Il ministero questa mattina ha presentato la sua relazione annuale davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ad emergere sono vecchi problemi difficili da sconfiggere e nuove strategie di prevenzione e cura. Nel nostro paese, ad esempio, ci sono ancora troppe persone che fumano, si inizia a bere troppo da giovani e si mangia male, tanto che il 43% degli adulti è sovrappeso o obeso.

Nel documentano si illustrano i vari piani di prevenzione, anche quelli che riguardano la prima causa di morte, cioè i tumori. "Abbiamo fatto una fotografia per dare base sicura di dati validati su cui fare un dibattito costruttivo sulle prospettive – ha spiegato il ministro alla salute, Renato Balduzzi – . Nel 2011 abbiamo avuto circa 10 milioni di ricoveri, 770 milioni di prestazioni ambulatoriali e specialistiche, abbiamo distribuito un miliardo di medicinali – ha spiegato il ministro – . Abbiamo un forte sistema di prevenzione, è cresciuta in modo importante la donazione di certi organi e tessuti". In generale, ha detto il ministro, lo stato di salute del paese è buono, in linea con gli altri paesi europei, ma stili di vita e abitudini alimentari rappresentano un problema su cui si deve prestare attenzione.

Balduzzi ha affrontato anche il tema più scottante, la crisi e la riduzione del finanziamento per la sanità. "Abbiamo comunque mantenuto il livello del nostro sistema sanitario. Non va dimenticato che il nostro servizio sanitario nazionale ha affrontato la crisi di risorse sanitarie inferiore rispetto ad altri paesi. Sui problemi immediati di finanziamento si sono innestate esigenze di razionalizzazione del sistema che la crisi economica ha reso più urgenti".

Le parole di Napolitano – "Bisogna chiedere ai cittadini che, in ragione delle loro capacità di reddito, sono in condizione di dare maggiori contributi di darli, per finanziare il sistema sanitario pubblico". Lo ha detto il presidente della Repubblica nel suo intervento. Napolitano ha parlato a braccio, su invito del ministro Balduzzi. Ha invitato le autorità a rimodulare il contributo dei cittadini. "Il sistema deve essere pubblico, ma affidarsi anche al privato, che però deve sottostare a regole più severe e a controlli più oculati". Il passaggio sembra un riferimento alla vicenda dell'Idi di Roma.

Il presidente della Repubblica ha aggiunto: "Quando il professor Balduzzi diventò ministro gli chiesi questo: ritiene lei che il ssn così come è nato nel '78, sia compatibile con le mutate condizioni finanziarie ed economiche del paese? La risposta è stata netta e semplice: sì a condizione che". Per Napolitano, "bisogna dire che il disegno del servizio sanitario nazionale è andato anche al di là dell'articolo 32, quando si dice che deve prestare cure gratuite agli indigenti. Adesso non bisogna regredire, non bisogna abbandonare quella scelta, ma dobbiamo saper intervenire in modo puntuale. La filosofia della spending review dovrebbe essere quella di modificare meccanismi che generano spesa abnorme, non sostenibile e a volte provocano degenerazioni, talvolta corruttive. E bisogna valutare i risparmi di spesa che discendono da modifiche strutturali. Le cose cambiano quando si parla di tagli pesanti. Qui nascono le difficoltà, le tensioni, i casi delicati ed errori. La prospettiva – ha aggiunto il presidente – deve essere di proseguire nel futuro selezionando attentamente gli interventi di riduzione e contenimento della spesa attraverso interventi di vera razionalizzazione del sistema senza nulla togliere a sua funzione e a diritti cittadini. Ma chiedendo anche in ragione della capacità di reddito, di dare maggiori contributi".

Situazione epidemiologica – La prima causa di morte in Italia restano le malattie del sistema circolatorio, (224.000 decessi cioè il 28.2% del totale), seguite dai tumori (174.000 per il 29,7%) e malattie del sistema respiratorio (40mila per il 6,8%). Per gli uomini però prevalgono i tumori. Il totale dei morti nel 2009, ultimo dato Istat, è stato di 558.438 (48,7% maschi, 51,3% femmine). Aumenta il diabete mellito, il 4,9% degli italiani è colpito da questa malattia, se si prendono gli ultra settantacinquenni la percentuale sale quasi al 20%.

Fumo, alcol, droghe e gioco d'azzardo – Il fumo di tabacco uccide ogni anno tra 70mila e 83mila persone, un quarto delle quali tra il 35 e i 65 anni di età. Su 52 milioni di abitanti con più di 14 anni i fumatori sono 11,6 milioni (22,3%). Secondo la ricerca "Global youth tabacco survey", il 46% degli intervistati (tra i 13 e i 15 anni) ha detto di aver fumato almeno una volta nella vita e il 92% ha dichiarato che i rivenditori non si sono mai rifiutati di vendere loro le sigarette, nonostante il divieto di consegnarle ai minori di 16 anni.

Nel 2010 la prevalenza dei consumatori di alcol nelle persone con più di 11 anni è pari al 25,4% per i maschi e al 7,3% per le femmine. In totale si tratta di 8.600.000 italiani. Circa 1 milione e 300 mila giovani tra gli 11 e i 25 anni presentano rischi legati al consumo fuori pasto e al "binge drinking" (assunzione di più bevande alcoliche in un periodo limitato di tempo), più di 3 milioni di italiani non usano moderazione nel bere e circa 390mila minori non rispettano la prescrizione di totale astensione dal consumo alcolico.

Nel 2010 sono stati presi in carico dalle Asl 177.000 pazienti con problemi di abuso di sostanze. Prevalentemente le persone seguite facevano uso di eroina (70,1%), ma c'è un ampio consumo di nuove droghe che sfugge ai servizi. La ludopatia verrà inserita per volontà del ministro Balduzzi tra le nuove malattie. Si stima che il gioco d'azzardo problematico colpisca circa 700mila persone, quello patologico 300mila.

Ambiente – In questo campo di recente hanno tenuto banco i dati sull'Ilva di Taranto. Ma il progetto Sentieri ha preso in considerazione la mortalità delle popolazioni che vivono vicino a tutti i grandi centri industriali del nostro paese, attivi o dismessi. I siti controllati sono 44, ed è stata verificata la mortalità per 63 cause. "I risultati – spiegano dal ministero – indicano, coerentemente con studi precedenti, che lo stato di salute di quella popolazione, per quanto fino ad ora misurato attraverso l'analisi della mortalità, è meno favorevole di quello della popolazione di riferimento regionale". Significa che vicino ai grandi centri industriali si muore di più. "I numeri forniscono una ulteriore indicazione alla necessità di promuovere e realizzare efficaci azioni di bonifica e comunque di minimizzare le sorgenti di contaminazione, o ridurre significativamente le emissioni industriali, al fine di limitare quanto più possibile le ricadute sulla salute dell'esposizione ad inquinanti ambientali".

Alimentazione – Il 32% degli adulti italiani è sovrappeso, l'11% è obeso. Secondo lo studio Passi un terzo della popolazione tra i 18 e i 69 anni è completamente sedentario visto che non svolge alcuna attività fisica, né al lavoro né nel tempo libero. Il problema è più forte al sud tra le persone nelle fasce d'età tra i 50 e i 69 anni. Il 97% delle persone sentite sempre nello studio Passi ha dichiarato di mangiare frutta e verdura almeno una volta al giorno, il 29% ha detto di averne mangiato circa 3-4 porzioni.









Fonte: noncipossocredere

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