28 luglio, 2012
COMUNI: "A RISCHIO GLI STIPENDI D'AGOSTO"
I servizi sociali, quelli sanitari e ora anche gli stipendi. Gli enti locali rischiano di trovarsi con le casse sempre più vuote e chiedono modifiche alla spending review voluta dal governo Monti. Il timore è di non riuscire a garantire ai cittadini servizi essenziali. Come la sanità.
Secondo le Regioni, i tagli impediranno di firmare il Patto per la salute, l’accordo finanziario tra Stato e Regioni che assicura le prestazioni sanitarie. «I comuni anche capoluoghi – riconosce poi il vice-presidente dell'Anci, Cattaneo – iniziano ad avere difficoltà di cassa» e temono di non avere risorse sufficienti per pagare gli stipendi dei dipendenti ad agosto. Le province continuano a dire che l’apertura delle scuole a settembre non può essere assicurata a queste condizioni e annunciano che potrebbero non avere più risorse da investire nella manutenzione delle strade.
Le proteste si trasformano in mobilitazioni. Confermata oggi la serrata delle farmacie, nonostante i relatori in commissione Bilancio al Senato abbiano presentato un emendamento che fa saltare gli aggravi a loro carico. Rimarranno aperte solo quelle di turno. La Cgil ha allo studio iniziative di protesta, fra cui lo sciopero generale dei lavoratori pubblici per fine settembre. Non ci sarà invece il taglio temuto delle tredicesime per statali e pensionati. Il governo ha smentito irritato, parlando di «allarmismo sociale».
Il segretario del Pd, Bersani avrebbe portato a Monti alcune richieste di modifica del decreto: «Risparmiare si può, ma non così», ha detto. In commissione al Senato la trattativa è andata avanti per tutta la notte. Qualche passo per venire incontro alle richieste degli enti locali è stato fatto. Saltato per esempio l’obbligo per Regioni, Province e Comuni di sopprimere o accorpare i propri enti ed agenzie, a patto che realizzino comunque un risparmio del 20% per la loro gestione. Riscritta anche la norma sulle società in house che non saranno chiuse automaticamente ma attraverso una selezione.
Il governo potrebbe fare qualche altra concessione, ma ha avvertito che i saldi devono rimanere invariati. Proprio la difficoltà delle trattative ha fatto slittare il via libera della Commissione al decreto. Arriverà oggi, domani a Palazzo Madama. Il giudizio delle Regioni, insomma, è decisamente negativo, ha sintetizzato la presidente del Lazio, Renata Polverini. Se per capire gli effetti reali del provvedimento ci vorrà un pò di tempo, nell'immediato le famiglie dovranno fare fronte alla serrata delle farmacie, confermata per la giornata di domani, anche se una quota di punti vendita è previsto che rimanga aperta comunque per garantire i servizi essenziali. Secondo la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, i tagli »"appresentano una misura iniqua e insostenibile per le farmacie italiane".
Come insostenibile, a giudizio di Cgil e Uil, è la scure che si abbatterà sul pubblico impiego: per questo le due sigle, dopo l'incontro 'mancatò con il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, impegnato in Senato proprio sulla spending review, hanno confermato lo sciopero e indicato la data: il 28 settembre. Alla finestra, in attesa di una nuova riunione che potrebbe essere fissata per lunedì, è la Cisl, che deciderà appunto la prossima settimana »tutto quello che c'è da fare«. Scenderanno in piazza il 20 ottobre, invece, i lavoratori della scuola aderenti alla Flc-Cgil.
Fonte: noncipossocredere
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