01 agosto, 2012
URUGUAY: IL PREMIER SI AUTORIDUCE LO STIPENDIO A 800 EURO ED APRE AI SENZATETTO LA RESIDENZA PRESIDENZIALE
La sua vittoria in Uruguay, nel marzo 2010, fu un evento storico. La capitale Montevideo esplose. Persone di tutte le età e classi sociali scesero in strada per festeggiare il nuovo presidente: l'ex guerrigliero di sinistra José Mujica che, dal Movimento de participación popular (Mpp) contro la dittatura, era arrivato alla guida del Paese.
Ora Mujica, 78 anni, fa notizia per un altro motivo: vive con 800 euro al mese, rappresentando il miglior modello di austerity su scala internazionale. Pepe, come vuole essere chiamato il presidente, abita in una fattoria a Rincón del Cerro, alla periferia della capitale. Una cascina che non gli appartiene perché è della moglie, la senatrice Lucía Topolansky.
Per il fisco, l’unico patrimonio di Mujica è una vecchia Volkswagen Fusca color celeste. Il presidente uruguaiano non sa cosa sia una carta di credito, né un conto in banca. E la sua unica scorta è il cagnolino Manuela. Lontano dagli stili di vita opulenti dei suoi colleghi oltrefrontiera, ogni mese Mujica trattiene per sé solo 20 mila pesos, circa 800 euro, dei 250 mila (quasi 10 mila euro) che riceve come stipendio.
Il resto – quasi il 90% del salario – viene distribuito al Fondo Raúl Sendic, che si occupa dei settori più poveri della popolazione, al Mpp che aiuta cooperative sociali, e a varie organizzazioni non governative (ong), che lavorano per costruire abitazioni nel Paese. A chi gli ha chiesto spiegazioni per questo stipendio «da fame», il presidente ha detto: «I soldi mi devono bastare perché la maggior parte degli uruguaiani vive con molto meno».
Mujica, ex venditore di fiori, negli Anni '60 ha fatto parte del Movimento di liberazione nazionale dei Tupamaros: l’organizzazione radicale ispirata al marxismo, che si rifaceva alla Rivoluzione cubana.
Sotto la dittatura di Jorge Pacheco Areco, il movimento si è poi trasformato in un’organizzazione di guerriglia urbana. Ferito sei volte in scontri armati, è stato arrestato quattro volte, è evaso altre due e ha trascorso in carcere circa 15 anni. Fino alla sua liberazione, nel 1985, con l’amnistia generale. Da allora, prima di pentare presidente, Mujica ha trascorso il tempo nella sua fattoria a Rincón del Cerro, impegnandosi nella fondazione del Mpp, del quale – dal 1999 – è stato prima deputato, poi senatore. Parte del gruppo di centro-sinistra Frente Amplio, l'Mpp è stato decisivo per l’elezione alla presidenza del Paese, nel 2005, del socialista Tabaré Vázquez. Del suo governo, tra il 2005 e il 2008, Mujica è stato ministro per l’Allevamento, l’agricoltura e la pesca.
I suoi aficionados lo ricordano ancora giovane, dopo la caduta della dittatura militare, a cavallo della sua Vespa che lo portava in parlamento. Ma neanche da presidente il suo stile di vita è cambiato. Chioma grigia spesso scompigliata, mai la cravatta, l’aria di uno che si trova lì per caso, soprattutto quando è vicino ad altri capi di Stato, da quando è stato eletto ha subito proposto di donare la sua pensione presidenziale al Paese, accettando come auto blu una semplice Chevrolet Corsa.
Niente sprechi, niente protocolli, Pepe si ferma sempre a parlare con i cittadini, saluta il macellaio del quartiere, abbraccia i ragazzi della piccola squadra di calcio Huracán, si mette in posa per qualche scatto. Un modo di governare che attira simpatie ovunque. Nonostante sia un ex combattente vecchio stampo, di fede cubana, Mujica gode di buona reputazione anche negli Stati Uniti. E anche in Europa ha conquistato supporter, nonostante, dopo l’elezione, la sua unica visita sia stata in Spagna.
La settimana scorsa, il presidente ha aperto le porte della sua residenza ufficiale ai senza tetto. Il capo di stato uruguaiano ha disposto che una vasta area del palazzo presidenziale Suarez y Reyes, sia adibita per ospitare i meno fortunati, ovvero coloro che non hanno una fissa dimora.
Fonte: noncipossocredere
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento