07 agosto, 2012

QUAL E' LA REGIONE D'ITALIA PIU' SADOMASO?





Feste dedicate al sesso estremo da una parte, e un raduno internazionale di scambio di coppia dall’altra. Nella torrida estate di Scipione, Caronte e Minosse, in Veneto più che altrove è un’esplosione di bollenti spiriti.
E l’alta pressione, si capisce, conta fino ad un certo punto, perché a far schizzare alle stelle la temperatura ci stanno pensando fattori che nulla hanno a che fare con isobare e barometri.

Pochi giorni fa, in un albergo di lusso del Trevigiano, è stato organizzato un party con un’intera area riservata al bondage, una serie di pratiche sessuali che prevedono bavagli, bendature e legature tali da impedire al partner di muoversi, parlare o vedere cosa accade attorno a lui durante il rapporto. Single, coppie e gruppi di amici provenienti da tutto il Veneto hanno raggiunto Treviso per prendere parte alla festa e, perché no, per imparare qualcosa di nuovo in materia. C’erano studenti universitari, padri di famiglia, semplici curiosi ma anche veri e propri appassionati del genere. Tutti insieme tra tutine in lattice, guinzagli, museruole, corde, manette, catene, ganci, frustini ed altri strumenti.

Per ore tra i partecipanti al party è stato tutto uno scambio di pareri sulle ultime innovazioni in fatto di sesso estremo. Sono stati pochi i presenti che non si sono fatti attrarre dalla curiosità e che si sono limitati ad ascoltare un po’ di musica e a bere un drink. Molti altri, invece, si sono lasciati coinvolgere.

Ancora più trasgressiva (a nessuno stavolta interessava ballare o sorseggiare un Martini, se non dopo aver sbrigato certe pratiche) la quattro giorni di cui è stato recentemente protagonista il comune di Noventa di Piave, nel Veneziano. Qui, nell’ambito di un raduno internazionale di scambio di coppia pubblicizzato soprattutto su internet, un club privato ha prenotato tutte e cento le camere di un albergo. E per novantasei ore è stata una non stop di ammucchiate con «prestiti» di coniugi e di fidanzati.

A Noventa di Piave la decisione di un albergatore di aprire le porte ad un genere di clientela con abitudini non proprio ortodosse ha indispettito qualche altro operatore del settore, secondo cui simili iniziative possono scoraggiare un altro tipo di turismo, quello balneare.

Il tutto mentre ieri il sindaco leghista di Godega di Sant’Urbano (Treviso), Alessandro Bonet, ha di fatto deciso di «riaprire» le case chiuse. Il Comune, modificando il regolamento di polizia urbana, ha stabilito che «non perseguirà chi si prostituisce volontariamente a casa propria senza procurare o creare turbativa all’ordine pubblico nel rispetto della civile convivenza e della pubblica moralità». Bonet ha poi sottolineato che, sulla scorta di quanto avviene in molti Paesi europei dove la prostituzione è una professione tassata come tutte le altre, «l’abrogazione di parte della legge Merlin consentirebbe di stabilire delle norme e di legalizzare il fenomeno, giungendo ad una situazione nella quale chi vuole può esercitare la prostituzione. In questo modo» ha concluso il sindaco del Carroccio «si eviterebbero tutti quei fenomeni di sfruttamento, di violenza, degrado e malavita».

















Fonte: noncipossocredere

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