Conosciuto nell'India del nord come “kira jari”, nei pressi del Tibet come “yarsagumba” e nel resto del mondo semplicemente come “viagra indiano”, questo micete è divenuto famoso grazie alle sue qualità di potenziatore delle prestazioni fisiche e, secondo alcuni, anche afrodisiaco per dare quella spinta in più nell'intimità con il proprio partner.
Tuttavia ciò che davvero colpisce di questo fungo è stata la sua fortuna sul mercato.
Dopo poco tempo dalla sua scoperta, infatti, questo prodotto è stato subito classificato come “cash crop”, titolo che gli anglosassoni danno a quella tipologia di raccolti che si sono distinti per via del loro elevato tornaconto economico.
Il segreto del suo successo?
Questo fungo si trova soltanto a grande altitudine sull'Himalaya, verso Maggio o Giugno, quando la neve si scioglie.
Il micete aggredisce il bruco il quale, dopo una lenta agonia ed un comportamento simile a quello che avrebbe uno zombie, si sotterra e muore. Poco dopo il decesso il fungo inizia a crescere dalla testolina dello sfortunato, “fiorendo” in superficie e divenendo così pronto alla raccolta.
Il largo utilizzo che viene fatto di questa micosi ha portato il valore del singolo pezzo a ben $3, che a molti potranno sembrare spiccioli, ma se si pensa che un singolo bruco può portare introiti superiori ad un'intera giornata di lavoro per un coltivatore indiano, allora si capisce di come questo fungo sia diventato la “gallina dalle uova d'oro” per molti.
Tutt'ora utilizzato come dopante nello sport e come asso nella manica di molti amanti in oriente (soprattutto in Cina), il vero potere di questo prodotto è stato quello di aiutare molti coltivatori che hanno vissuto per lungo tempo in miseria a risollevarsi, almeno in parte, economicamente.
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