Roma – L’uso costante di cannabis comporta un rischio di sviluppare il tumore al polmone 20 volte di piu’ rispetto al fumo di sigarette. Questo il risultato dello studio pubblicato di recente dalla British Lung Foundation (The Impact of cannabis on our lungs”, giugno 2012) che ha anche documentato la bassa percezione di questo grave rischio nei fumatori di cannabis.
Il Dipartimento Politiche Antidroga (Dpa), la cui delega e’ affidata al ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi, evidenzia come questa ricerca dimostri che i rischi della cannabis sono ancora notevolmente sottostimati dalla popolazione britannica. Il 32% degli intervistati (pari a circa un terzo della popolazione britannica) infatti non ritiene, sbagliando, che fumare cannabis sia dannoso per la salute.
Questo dato percentuale sale a circa il 40% nella fascia di eta’ compresa tra i 35 e i 40 anni. Il report compie una delle piu’ ampie revisioni degli studi scientifici disponibili sul tema e, secondo i ricercatori della British Lung Foundation, la mancanza di consapevolezza nella popolazione sui rischi derivanti dalla cannabis rappresenterebbe un dato preoccupante. I giovani in particolare fumano cannabis senza sapere che, per esempio, ogni spinello aumenta la probabilita’ di sviluppare un cancro tanto quanto un pacchetto da 20 sigarette.
“Condividiamo pienamente non solo la preoccupazione della British Lung Foundation – ha dichiarato Giovanni Serpelloni , capo del Dpa – ma anche l’invito di aumentare la divulgazione di linee di indirizzo per la salute pubblica riguardo i numerosi danni che l’uso di cannabis e le sostanze stupefacenti possono produrre soprattutto tra i piu’ giovani”. E’ necessario, ha aggiunto, “incentivare la ricerca scientifica in questo settore, ma anche la comunicazione alla popolazione per ampliare la conoscenza, la percezione dei rischi per la salute e il numero delle evidenze scientifiche legate alle conseguenze dannose per l’organismo, associate al consumo di cannabis”. Il Dpa, ha argomentato Serpelloni, “gia’ da tempo evidenziato la potenzialita’ di danni evolutivi derivanti dall’uso precoce di questa sostanza nel momento in cui il cervello si trova nella delicata fase di sviluppo celebrale. Studi scientifici portati avanti anche dal Dpa hanno mostrato conseguenze tanto piu’ gravi quanto piu’ precoce e’ la prima assunzione e quanto questa e’ piu’ frequente e duratura. Inoltre, la gravita’ dei danni risente anche della sempre maggiore concentrazione di principio attivo presente nei prodotti e l’uso contemporaneo di altre droghe sinergizzanti e di alcol. Mai come oggi – ha concluso – diventa sempre piu’ necessario proseguire nell’opera di comunicazione per aumentare la consapevolezza di come il problema legato al fumo di cannabis e’ ormai un problema di sanita’ pubblica, che non puo’ essere sottovalutato anche perche’ vengono continuamente diffuse informazioni distorte e spesso strumentali, che si basano solo sui supposti benefici di questa droga” .
Fonte: wiwo
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